Felicità

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… Bertha Young viveva ancora momenti come questo, in cui aveva voglia di correre invece di camminare, di eseguire passi di danza su e giù per il marciapiede, giocare al cerchio, lanciare in aria qualcosa e poi riafferrarla, oppure starsene lì ferma a ridere, a ridere di nulla. Che cosa ci volete fare se avete trent’anni e, voltando l’angolo della strada, vi sentite sopraffatti, all’improvviso, da un senso di felicità, di assoluta felicità, come se aveste d’un tratto inghiottito un pezzo lucente di quel tardo sole pomeridiano che vi bruciasse dentro, spandendo una pioggerella di scintille in ogni intima fibra, in ogni dito delle mani e dei piedi? Non c’è dunque altro modo di esprimere questo stato d’animo senza essere “ebbro e sconvolto”. Com’è idiota la civiltà. Perchè avere un corpo, se bisogna tenerlo chiuso come un rarissimo violino…. (K. Mansfield, Felicità)

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