Finito di leggere questo libro, rimane addosso una sorta di allegria perché Lili ed Elena – le due protagoniste del romanzo – non se andranno perse nella memoria dei libri letti e archiviati. L’amica geniale infatti fa parte di una trilogia in cui si segue l’infanzia, l’adolescenza e la maturità delle due donne; ed è un pregio, perché è uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai.
Elena Ferrante è autrice di libri di successo come L’amore molesto e I giorni dell’abbandono, dai quali sono stati tratti omonimi film, il primo di Martone e il secondo di Faenza, ma ho scoperto leggendo in qua e là che ha fatto scelta di rimanere anonima: non esiste una foto dell’autrice, pochissime sono le interviste, e – cosa strana in un’epoca di esposizione massmediale necessaria a chi scrive – non possiede un sito, un profilo face book o twitter. Questa scelta attiene non soltanto alla sua volontà di proteggere la propria privacy, ma anche alla convinzione che i libri debbano essere organismi autosufficienti, come lei stessa ha dichiarato, ovvero una volta stampati non hanno più bisogno dell’autore che finga di dire qualsiasi cosa per compiacere i meccanismi della promozione e del mercato.
La narrazione della Ferrante ne L’amica geniale è un imbuto oleato nel quale si scivola senza mai intoppi, presi dal carosello della vita di un rione napoletano negli anni ’50 dove le protagoniste nascono e vivono la propria adolescenza: non c’è mai un meccanismo che si inceppa o un nome che vi avanza. Non sono una critica, ma ho letto pochi libri che abbiano un ritmo narrativo così rapido, senza mai incepparsi.
«Prendeva i fatti e li rendeva con naturalezza carichi di tensione; rinforzava la realtà mentre la riduceva a parole…».
«La voce incastonata nella scrittura mi travolse… era del tutto depurata dalle scorie di quando si parla»
Sono citazioni dal libro, ed è come il suo stile: nitido e onesto, a dispetto di tanti romanzi che per far parlare di sé inseguono l’artificio e l’estremo, scrittura allo stato puro.
Ah… ora non mi resta che proseguire e incontrare di nuovo Elena Gracco e Lila Cerullo nei romanzi successivi: Storia di un nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta, ma non subito. Voglio covare quella piccola curiosità che solo certi libri sanno regalarti.
Per chi voglia saperne di più, segnalo una rara intervista dell’autrice
http://lettura.corriere.it/news/ferrante-felice-di-non-esserci/