Nel cuore del centro storico di Firenze, accanto alla piazza dove per anni ho vissuto la mia vita universitaria, La citè è un caffè letterario accogliente, caldo, originale e qui stasera parleremo del mio libro… fa sempre un certo effetto…
Prima di cominciare chiacchieriamo e ci sentiamo a nostro agio….
Questa sera l’emozione diversa è stata rispondere alle domande… perchè adesso il libro c’è chi l’ha letto, e vuol sapere e giudica…. le domande che mi porto dietro di questa serata sono innanzi tutto perchè un libro di venti e di donne…. io non lo so perchè, ho ascoltato il vento e il vento mi ha portato questa storia con tutte le storie che ci sono dentro. E poi perchè ho sempre pensato che se mai mi fossi decisa a scrivere, avrei raccontato di donne: questo libro racconta la molteplicità delle donne. Il caleidoscopio è stato sempre il mio gingillo preferito, e mi piace adesso fare questo accostamento.
La seconda domanda riguarda la leggerezza, richiamando Calvino: mi sento piu’ leggera dopo averlo scritto? La risposta è che non mi sento leggera per averlo scritto, subito dopo la consegna definitiva del dattiloscritto anzi è arrivato un panico pesante, vedevo tutti i difetti, sentivo il peso della responsabilità. Quella storia non mi apparteneva piu’, non avrebbe riguardato piu’ solo me. Avrebbe incontrato altre persone. Ma poi… miracolosamente.. è accaduto che cio’ che avevo sperato accadesse è semplicemente successo: i commenti. Le risposte. E non è solo il fatto che sia piaciuto, ma proprio le porte che ha aperto questo libro: ad incontri nuovi, a vite inconfessate, a segreti esposti. Perchè ha toccato delle corde, qualcuno si è immedesimato in un vento e sono arrivati altri venti a soffiare nelle mie giornate. E allora si… ho cominciato a sentirmi leggera e a sentire leggero il volo di questa creatura che pur sempre mi appartiene.
“è un velo di minutissime particelle d’umori e sensazioni, un pulviscolo di atomi come tutto cio’ che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose”
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