Mi chiamo A.M. e ho dieci anni, e tu?
Vuoi giocare con me?
Il gioco te lo insegno io, è bellissimo.
Ti devi mettere addosso sotto i vestiti tante piccole macchinine, mi hanno spiegato che appena premi un bottone fanno i fuochi d’artificio.
E in questo modo anche tu diventi un fuoco d’artificio a forma di fiore alto nel cielo, tutti lo possono vedere e tu diventi una piccola martire che tutti adoreranno perché ha fatto una cosa giusta.
Mentre mi mettevano quelle cose sotto i vestiti ho pensato che mi dispiaceva perché mi sarebbe piaciuto vedermi da giù che effetto facevo, avrei voluto essere con i miei fratelli e mia madre che mi avrebbero guardato alta nel cielo. Ma poi ho pensato che me lo avrebbero raccontato e mi sono sentita meglio.
Ero tutta eccitata, non vedevo l’ora, così sono andata in mezzo alla gente, al mercato, come mi avevano spiegato, perché il gioco funziona solo se tu fai tutto quello che ti dicono e devi stare attenta al bottone, lo devi premere al momento giusto, se no i fuochi d’artificio non funzionano e tu perdi e nessuno ti vuole più bene.
Vince chi fa il fuoco d’artificio più bello.
Che dici, allora lo vuoi fare questo gioco con me?
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