E se tutti i libri tornassero indietro sotto forma di uccelli, qui, a volare: quante ali ci sarebbero? Quale prenderei? Che spettacolo sarebbe? I libri che ho amato, quelli che ho detestato, quelli che mi hanno cambiato la vita, quelli che mi hanno segnato, quelli che sono semplicemente scivolati via senza lasciare traccia, quelli che ho riletto.
Ricordo perfettamente la prima volta che ho letto un libro: avro’ avuto dieci anni ed era un piccolo libriccino figurato, la prima storia dopo le fiabe, si chiamava Lodoletta. Non ricordo niente della trama, ma ricordo la mia avidità: feci finta di star male per non andare a scuola e rimasi seduta sulla piccola sedia di paglia in cucina con mia madre che sfaccendava intorno, ma io non la sentivo, ero altrove. Ho ricominciato a sentire i rumori intorno solo dopo averlo finito. Ed è stato così che ho cominciato a leggere. Credo fosse per sentirmi altrove. Ecco perchè amo ancora Piccole Donne o I ragazzi della via Paal: perchè mi hanno fatto amare la carta, le storie, la fantasia, gli incontri; mi hanno reso curiosa. Quando mi stendevo sul lettone dei miei, magari fuori il tempo era brutto, le voci rimanevano in sottofondo, e io sparivo, non c’ero, andavo via, per ore, frequentavo altri mondi. Mi infilavo nelle pagine e ne uscivo solo dopo aver fatto mia tutta la storia. E piangevo, e ridevo, e tremavo, e pensavo.
Come educare alla lettura? Al di là dei dibattiti che si parlano addosso, credo che la lezione sia solo una: emozionarsi. Se un libro non ti emoziona è inutile, come certe storie d’amore. In amore se ti annoi devi fuggire via, annusare il pericolo. E così è per i libri.
Quindi – essendo un’insegnante – l’unica cosa che faccio è leggerli ad alta voce, leggerli insieme, e poi si vedrà. Se sarà amore o noia.
Gli uccelli sulle ali portano immaginazione, poesia, rabbia, amore, fantasia, realtà e tutto quello che c’è. Mondi e chiavi per aprirli e comprenderli.
Ci sono perfino i libri delle coincidenze, quelli davvero importanti, quelli che non scegli, che ti arrivano addosso come sassi lanciati, e ti lasciano un segno indelebile.
Ad esempio Vicino al cuore selvaggio di C. Lispector, che mi ha regalato un indissolubile rapporto di amicizia e la certezza che io e lei saremmo state diverse, come è stato nella realtà.
Come La scarpa sul tetto, di V. Delacroix, né un regalo né un acquisto, ma uno squarcio sulla tela arrivato da non so dove a ferirmi e dirmi qualcosa che non avevo mai capito.
Come Una scrittura femminile azzurro pallido di F. Werfel che racconta la storia di un “cuore guasto”:
“Leonida sa con chiarezza indicibile che oggi gli è stata inviata un’offerta di salvezza, oscura, sommessa, irresoluta, come tutte le offerte di questo genere. Sa di non essere stato capace di raccoglierla. Sa che a questa non faranno seguito altre offerte.”
I libri sono occasioni: se le perdi non ne avrai altre.
Per questo grazie a chi manda questi uccelli per il mondo e a chi li regala, a volare liberi e posarsi ogni tanto su una spalla come una pacca, o dentro lo stomaco come un coltello, o su una guancia come una carezza.
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