Da ragazza (ebbene sì) ancora mi piaceva saltare sulle strisce pedonali: da una all’altra con un balzo facendo attenzione a rimanere in bilico nello spazio bianco. Era il mio modo di attraversare la strada quando il traffico lo consentiva.
Quando si passa da un limite a quello successivo ci sentiamo pieni di quella straordinaria energia che definiamo speranza, ovvero quella spinta che ci induce a migliorare le cose che non vanno o eliminare quelle che non ci piacciono.
Poi magari è come la dieta che comincia lunedì, un lunedì che non si sa mai qual è, o se volete il buon vecchio Godot beckettiano che si aspetta e non arriva mai, o l’isola di Kavafis che ci racconta quanto possa essere entusiasmante un viaggio quando smettiamo di preoccuparci della meta.
Domani sarà un nuovo anno e il mondo sarà uguale a oggi.
Con la bellezza che sta andando distrutta pezzetto dopo pezzetto, con le ingiustizie di sempre, con i poveri destinati a crescere e i ricchi che diventano sempre più ricchi, con le calamità, le malattie, le sofferenze.
“Vuole un almanacco nuovo per il nuovo anno?”, scriveva Leopardi che aveva capito già tutto troppo tempo fa.
È l’attesa il nostro tempo più felice, quell’attimo di sospensione in cui stiamo saltando da uno stadio all’altro.
Vorrei sì invitare a fare piccole cose, come salvare un albero o una goccia di mare, perché se lo facessimo vorrebbe dire aver cura del futuro, anche di quello che non ci appartiene ma sarà. Suona retorico?
Allora vorrei augurare l’onestà e la rabbia, soprattutto la capacità di indignarsi, il rifiuto alla rassegnazione costante.
Auguro a ciascuno la cura dei propri progetti, soprattutto a coloro che hanno la responsabilità di preservare e comunicare la bellezza, la sola vera forza che può salvare la terra. Qualsiasi comportamento che possa definirsi etico non potrà mai essere realizzato se non si impara e si insegna a riconoscerla e rispettarla.
Ringrazio la tecnologia che ci consente di esprimerci, di dialogare, di ritrovarci: conosco un mucchio di persone che su fb ad esempio “osservano” ma non intervengono. Sono coloro che hanno quella sorta di diffidenza che non aiuta a raggiungere l’altro, sui social come nella vita, sono coloro che non saltano.
Auguri a tutti di diventare più belli, solari e comunicativi.
Io stasera mi sono ripromessa di fare quel vecchio gioco da ragazza: saltare da una striscia all’altra cercando di restare in equilibrio, perfino in un momento personale difficile, in cui la parola equilibrio sembra essere un lusso troppo grande.
Auguro amore, non quell’energia esclusiva che include due, ma quello che circola in natura e salva.
Dunque, buon salto a tutti, ai diffidenti come ai generosi.
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest’anno passato?
Venditore. Più più assai.
(G. Leopardi)
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