Dialogo tra mia madre e un’adolescente con jeans strappati

jeans strappato_1
Chi t’ha ridotto così?

Qualche giorno fa mi trovavo in una piazza dove gruppi di adolescenti all’uscita di scuola aspettano gli autobus per far ritorno a casa. Una statistica direbbe che il 99% indossava pantaloni e jeans strappati, secondo la moda del momento. Di recente ho appreso che per ridurre i jeans in quello stato occorre satinarli (credo sia questo il termine) con delle macchine e una procedura nociva per chi la esegue. Quindi almeno sarebbe meglio fare da sé.
Ad ogni modo mentre osservavo una ragazza con un paio di pantaloni neri aderenti tutti completamente tagliuzzati, mi è venuto da ridere, perché ho immaginato cosa sarebbe successo se mia madre avesse incontrato una di queste fanciulle. Ne sarebbe nato un dialogo pressappoco come il seguente (lo scrivo a metà in italiano e non tutto in dialetto, come sarebbe stato):
“Figlia mia… che t’è successo?” Il tono di mia madre è spaventato a morte.
La ragazza  la guarda perplessa
“Cara mia…. ” Mia madre senza alcuna remora si avvicina e l’abbraccia.
La ragazza è spiazzata, ma di fronte a quella premurosa donna anziana che sembra fuori di testa si lascia abbracciare, senza peraltro contraccambiare. Rimane rigida come uno stoccafisso.
Mia madre prende ad accarezzarle il viso, con le lacrime che stanno per arrivare.
“Chi n’è stato stu’ disgraziato?”
La ragazza la guarda, stavolta con aria interrogativa. Si convince che la donna, poverina, dev’essere davvero fuori di cotenna.
“Chi t’ha fatto stu’ figlio i malafimmina, cara mia… come ti senti? Hai chiamato tua mamma, a qualcuno?”
“Signora.. ma… io sto bene”
“No, lo devi dire chi è stato, alla tua età ti devi guardare. Lo devi denunciare”.
Mia madre continua ad accarezzare la ragazza mentre guarda quei pantaloni strappati, certamente ridotti in quel modo da qualcuno che ha tentato qualche tipo di violenza, con quegli strappi non può essere diversamente.
“Chi devo denunciare? Signo’ forse non state bene… vi siete persa?”
“O figliama, ho un’età, certe cose le capisco, voi quatrarelle vi appendete alle labbra del primo che passa, ma dovete stare attente a dare confidenza, che poi succedono queste cose e una è segnata per tutta la vita”.
“Signò, io non capisco quello che state dicendo!”
“T’ha ridotto così e pure lo proteggi? Tu a dì parrare, lo devi dire! Stì disgraziati in galera ani jiri!”
“Signò.. ridotto a chi? ma che state dicendo?” La ragazza comincia a essere stufa.
“L’amore deve essere una cosa bella, se ti mettono le mani addosso diventa un’altra cosa.”
“Ma a me nessuno mi ha messo le mani addosso”
“No? E chini t’arridduciu accussì?” Mostra alle ragazza gli strappi sulle gambe, sulle ginocchia, sul sedere.
“Signo’…. voi siete pazza, questi sono i pantaloni che sono così!”
Mia madre si ferma, gelata. Non riesce a smettere di guardare i pantaloni.
“Tutti strazzati?”
“E’ la moda signo’…” Risponde la ragazza con aria trionfante.
“Oh malanova… e come vi veni in mente mu vi strazzati  sti’ pantaloni i sta’ manera??” Mia madre è definitivamente incredula.
“Non li ho fatti io, si comprano così. E li ho pagati pure 98 euro”
“E mammata nduv’era? 98 euro???”
“E manco assai li ho pagati, che erano allo sconto!”
“Oh disgrazia mia….. cumu v’aviti cunzatu….”
Mia madre scioglie l’abbraccio. Pensa ai 98 euro per un paio di jeans stracciati.
La ragazza finalmente soddisfatta e sollevata si allontana e raggiunge le amiche. Mia madre nota che in effetti tutte hanno i pantaloni “strazzati”.
Si avvia verso casa. E’ incazzata.
“Non ce l’ho con loro, ma cu li mamme che non le guardano prima ca nescinu. Oh Signuri miu… e puru l’anu pagati. Chi mundu… nduvi arrivammi. Nà vota ti vrigugnavi si giravi cu na’ toppa. E sì che ndamu misu toppi e rattoppi. Mo’ pagano p’essere sciancati. Nun c’è chiu’ nu parmu i niettu. E c’è genti ca mori di fame”.

Eh… cara mamma….. tu, se lei non t’avesse bloccato, tu di sicuro te la saresti portata pure a casa, le avresti fatto da mangiare e poi avresti chiamato a casa sua: venitela a prendere, ca poverella ha avuto na mala jurnata!

Una risposta a "Dialogo tra mia madre e un’adolescente con jeans strappati"

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  1. Sfiziuso assaje stù cunto riflessione. E poi attraverso le mamme passa la storia, in particolare quella quotidiana: le cosiddette piccole cose. E tu, ne hai colta una delle tante.
    Ciao

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