
E sì, perché non appena ti provi a “pensare” cosa è giusto e cosa non lo è, è come trovarsi davanti a un orso incazzato da soli in un bosco. Qualsiasi mossa può essere fatale. Qualsiasi cosa si dica può far presupporre che anche il contrario sia possibile. Sono sempre temi importanti, delicati.
Non trovo fuori luogo che ognuno dica la propria: è in atto un cambiamento così evidente e macroscopico che nessuno si sente immune. Ciascuno ha la propria opinione da esprimere.
Quello che trovo inaccettabile sono i toni, il solito insopportabile bar sport, i soliti politici che di morale non hanno nemmeno l’elastico delle mutande eppure sono là, sempre in agguato con le loro frasi volgari, scomposte. E quel che è peggio noi diamo voce a questi coglioni senza memoria. Condividiamo i loro post, li facciamo circolare. Sogno un mondo in cui i cretini possano essere sconfitti dal silenzio, dall’indifferenza, ma questo in epoca di social network è evidentemente impossibile. Sgarbi è un comunicatore, sa bene che se dice che i bambini si attaccano alle mammelle e non ai coglioni farà presa. E infatti così è.
Circolano cifre, quanto ha pagato Vendola, quanto costa un utero. Preti che parlano di anticapitalismo, fascisti che invocano le femministe, vignette con i comunisti che non mangiano più i bambini ma se li comprano.
Se il prologo all’intervista di un sacerdote, del quale non discuto l’opinione, sacrosanta come le altre, è “Durissimo attacco di Padre Maurizio Patriciello, il celebre prete che difende le vittime “della terra dei fuochi”, nei confronti di Nichi Vendola, il fondatore di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) che in Canada, insieme al compagno, ha comprato, per 135mila euro, il figlio di una povera donna di origine indonesiana, autodichiarandolo “suo figlio”.
Uso il verbo “comprato”, metto una cifra (ma ci sono prove? e allora le cito) e uso un aggettivo “povera”, in più metto “di origine indonesiana” e magari è nata in Canada, ma intanto ce la siamo immaginata incinta in una capanna a piangere in mezzo al fango per essere stata costretta a quel gesto dalla necessità, ecco che il gioco è fatto. L’opinione del sacerdote già è messa sotto una luce tale da essere conseguenza di quella premessa.
Io non so cosa pensare dell’utero in affitto, quello che penso del desiderio legittimo di paternità o maternità l’ho già scritto sulla mia pelle. Io non sento sempre il bisogno di giudicare.
Ma so una cosa: dove sono tutti quelli che inveiscono e urlano e giudicano quando i bambini affogano nel canale di Sicilia? Dove sono quando i bambini che non hanno chiesto di venire al mondo in India e altrove vengono rapiti per farne carne da macello per il trapianto di organi? Dove sono quando ogni giorno nei paesi in guerra ne muoiono a centinaia e migliaia? Hanno forse chiesto di nascere in un tal mondo? Durano giusto il tempo della commozione di una foto su fb. Un tempo tutto emotivo. Ma le coscienze? Le coscienze dormono, anche quando andiamo a comprare un paio di scarpe ben sapendo che dietro ci sono le mani sfruttate di minori.
L’etica è materia delicata, richiede conoscenza, riflessione, non è pancia, è testa. Dunque mangiate felici e risparmiateci i vostri rutti.
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