BUON COMPLEANNO FITZGERALD

f-scott-fitzgeraldMio Caro Francis…. le confesso che amerei iniziare una lettera con queste parole, come si faceva molto tempo fa, per farle gli auguri di buon compleanno. Le devo confessare che non ricordavo fosse oggi, ma ormai questo è un tempo in cui veniamo informati di tutto e su tutto. E così un post su un social network me l’ha ricordato. Queste parole le sembreranno strane, ma io vivo in questo futuro al di qua del mondo.

Lei non conosce neanche la parola blog: infatti io non le invierò questa “lettera”, la sto invece scrivendo su un blog, dove rimarrà. Il mio è un blog che parla di libri e di scrittura ed essendo lei uno dei miei autori preferiti non potevo fare a meno di festeggiarla, ovviamente a modo mio.

Questo non è un blog di critica letteraria, quindi mi perdonerà se le mie parole, come sempre cerco di fare, saranno semplici: è un blog di testimonianza, di militanza quasi, di passione se vuole. La cultura ormai “è” militanza.

E siccome di solito lascio che a parlare siano i libri, perchè la curiosità si possa muovere dalle parole in cammino,  quelle di seguito, sono le sue:

19-19508-the-great-gatsby-book-cover-2” … la condotta può fondarsi sulla roccia salda o sulle paludi malfide, ma a un certo punto non mi importa più su che cosa si fondi. L’autunno scorso, quando ritornai dall’Est, mi pareva di desiderare che il mondo intero fosse in uniforme e in una specie di eterno “attenti” morale; non volevo più scorrerie ribelli e indiscrezioni privilegiate nel cuore umano. Soltanto Gatsby, colui che dà nome a questo libro, restava fuori dalla mia reazione. Gatsby che rappresentava tutto ciò che in me suscita disprezzo genuino. Se la personalità è una serie ininterrotta di gesti riusciti, allora c’era in lui qualcosa di splendido, una sensibilità acuita alle promesse della vita, come se egli fosse collegato a una di quelle macchine complicate che registrano terremoti a ventimila chilometri di distanza…”

“… una notte d’autunno, cinque anni prima, avevano passeggiato lungo la strada. Cadevano le foglie. Erano giunti a un luogo dove non c’erano alberi e il marciapiede era bianco sotto il chiaro di luna. Qui si erano fermati e si erano voltati l’uno verso l’altra. Era una notte fresca. C’era quell’esaltazione misteriosa che avviene durante i due cambiamenti di stagione dell’anno. Le luci tranquille delle case ronzavano nell’oscurità, c’era un fruscio e bisbiglio tra le stelle. Con la coda dell’occhio Gatsby vedeva che gli edifici sui marciapiedi costituivano una vera e propria scala e salivano a un luogo segreto al di sopra degli alberi: poteva arrampicarsi, e se lo faceva da solo, una volta in cima avrebbe potuto succhiare la linfa della vita, trangugiare il latte incomparabile della meraviglia. Il cuore gli battè sempre più in fretta mentre il viso bianco di Daisy si accostava al suo. Sapeva che baciando quella ragazza, incatenando per sempre le proprie visioni inesprimibili all’alito di lei, la sua mente non avrebbe più spaziato come la mente di Dio. ”

46164Come un’indifferenza costantemente alimentata o lasciata a se stessa si trasforma in un vuoto, così lui aveva imparato a essere vuoto di Nicole, comportandosi con lei con negazione e distacco sentimentale. Si parla di cicatrici guarite, una vaga similitudine tratta dalla patologia della pelle, ma nella realtà non esiste una cosa simile. Esistono ferite aperte, a volte piccole come una puntura di spillo, ma sono pur sempre ferite. I segni della sofferenza possono essere paragonati al massimo alla perdita di un dito o di un occhio; potremmo non perderli mai, nemmeno per un minuto all’anno, ma se capitasse non ci sarebbe più nulla da fare”

“Buona notte bambina. È un gran peccato. Dimentichiamo tutto questo… Tanta gente si innamorerà di te e sarà più bello incontrare il tuo primo amore tutta intatta, anche emotivamente. È un’idea antiquata vero?”

150px-Beyifuldamed-2E questo mi ha insegnato che non si può avere niente, non si può avere assolutamente niente. Perché il desiderio inganna.È come un raggio di sole che guizza qua e là in una stanza. Si ferma e illumina un oggetto insignificante, e noi poveri sciocchi cerchiamo di afferrarlo: ma quando lo afferriamo il sole si sposta su qualcos’altro e la parte insignificante resta, ma lo splendore che l’ha resa desiderabile è scomparso..

C’era una certa benignità nell’ubriachezza c’era quell’indescrivibile splendore che essa recava, simile ai ricordi di serate effimere e svanite.

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“Fitzgerald sarebbe diventato Anthony nella vita come sarebbe diventato Dick nel fallimento e Gatsby nella morte.” (F. Pivano)

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Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.

Buon compleanno Mr Fitzgerald!

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