L’amore è il cuore di tutte le cose

1496880_659680994088174_615754500_nSTORIA DI VLADIMIR E LILI

Vladimir Majakovskij e Lili Brik si conoscono nel 1915; si innamorano, ma lei è sposata al suo Osip e non cade mai nella tentazione di tradirlo. Majakoskij fu così “adottato” dai coniugi Brik e decisero di convivere in un appartamento con stanze separate, uniti da legami diversi, ma nutrendo affetto e stima nei confronti dell’altro. Osip divenne il suo editore e Lili continuò a essere la sua musa ispiratrice.
Per quindici anni si scambiarono lettere, telegrammi, biglietti, impregnati di un amore costante. Ci furono litigi e dolori, crisi e separazioni, nuovi amori e relazioni parallele sorrette da un patto: il giorno potevano dedicarlo alle nuove amicizie, ma la notte apparteneva a loro.
Dal 1923 il poeta attraversò numerose crisi depressive e l’inquietudine veniva accentuata dalla lontananza emotiva di Lili, lei non ricambiò mai i sentimenti nel modo in cui avrebbe desiderato quel “Cucciolo” disperato.
Il 14 Aprile 1930 Majakovskji si tolse la vita.
Risale al Febbraio del 1923 una tra le più belle lettere d’amore di Majakovskij:

Vladimir Majakovskij a Lili Brik – lettera/diario mai spedita
“Io ti amo, ti amo nonostante tutto e grazie a tutto, ti ho amato, ti amo e ti amerò, sia tu dura con me o gentile, mia o di un altro. Comunque, ti amerò. Amen.
E’ ridicolo scrivere queste cose, le sai da sola.
Qui avrei voglia di scrivere moltissimo. Mi sono appositamente lasciato un giorno per pensare con precisione. Ma questa mattina ho come l’insopportabile sensazione che per te tutto questo sia inutile. Soltanto il desiderio di mettere ordine tra i miei pensieri mi ha spinto a buttar giù queste righe. E’ poco probabile che un giorno tu legga quello che è stato scritto in queste pagine. E’ bene, quindi, che ne convenga per tempo. E’ una pena che nei giorni in cui volevo essere forte per te, persino al mattino si sia fatta sentire questa infinita sofferenza. Se non avrò il più completo controllo su me stesso – non mi metterò più a scrivere.

Di nuovo parliamo del mio amore. Della famigerata attività. Per me nell’amore si esaurisce forse tutto? Tutto, solo in un altro modo. L’amore è la vita, è la cosa principale. Dall’amore di dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto. L’amore è il cuore di tutte le cose. Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona, non può non manifestarsi in ogni cosa. (Mosca,Febbraio 1923)

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