Chi dice che la leziosità dei fiori appartiene al femminile ha ragione, ma non sa cosa si perde. D’altronde se il mio balcone fosse aperto su un campo di battaglia di una guerra qualsiasi, voi da lì non potete saperlo.
Non saprete mai infatti cosa ho davanti agli occhi: potrei aver posato lo sguardo su corpi straziati e decapitati, su sangue fresco che spilla dagli arti come vino dalle botti quando è tempo di bere.
Io, da qui, non ho fatto la Storia. Nessuno mi ha mai interpellata, altrimenti l’avrei invitato a mettersi al mio posto, proprio qui, dove mi trovo.
Io sono regina di questo regno, nella mia mano uno scettro di rosa e nei miei occhi il domani.
Il mio sguardo è oltre gli arti disfatti e per mia e vostra fortuna ho capacità di partorire il domani che voi avete ammazzato.
No, vi prego, evitate. Posso sentire i vostri commenti sapete? Se dico, ad esempio: la pace di questo mezzo metro quadro di balcone potrebbe salvare il mondo so quale sarebbe la replica.
Ma sono i fiori gli esseri viventi più simili alla perfezione di Dio, la sintesi di ogni bellezza.
Ed io è da qui che governo il mondo, in virtù del principio che il mondo non governa me.
Non m’importa quale guerra stiate combattendo e per cosa, proprio qua sotto. Non avrete mai il mio sguardo compiacente o pietoso. Io mi beo dei vostri affanni e non li vedo.
Né m’importa se un uomo amputato dalla sua stessa dignità busserà stasera alla mia porta e mi chiederà bende e unguenti. Sappia che non avrò comunque acqua da offrirgli. La sola acqua che possiedo la serbo per queste creature, ne hanno bisogno, non chiedono altro. È la loro meraviglia che deve sopravvivere, consideratemi pure una sciocca custode di questo misero anfratto.
Se dovesse arrivare, ferito e offeso, potrò soltanto dirgli: “Vieni, guarda cosa si vede dal mio balcone”.
E se non lo salverò, avrà un modo diverso di morire, credo migliore. Almeno lo avrò fatto sentire molto stupido per non avermi eletto regina di quel mondo e aver lasciato seccare il mio scettro.
Illuso, peraltro. Lo scettro è nella mia mano: rigoglioso.
Il quadro è: A pensive moment (D. Ridgway Knight)
Uno spaesamento che riesce ad infilarsi nella tragedia di una cornice storica. Puo’ forse essere questo l’ atteggiamento di quanti non videro o finsero di non vedere e non sentire i vapori arrostiti di carne umana che sfilavano lenti e inesorabili davanti al cielo dei loro cortili fioriti. Bella identificazione, Danielina sempre grande!
Grazie Anna Laura, soprattutto per “Danielina”, che mi piace “assai”!!!!