Le mani in tasca…
La rappresentazione che si ha della ricerca… fa differire l’umano sentire dalla sola e mera realtà fenomenica.
Daniela Grandinetti autrice raffinata ed elegante, gestisce la “ ricerca “ di Oriana e Dario (protagonisti del suo romanzo) come l’eterna odissea.
Flussi, simboli, richiami di altrove che inevitabilmente ti riportano ad un “elemento “ vissuto chiamato casa.
Sinestesie, suggestioni, di un tempo intenso e rivoluzionario, il tempo, bergsoniana narrazione del divenire.
Le letteratura ha a volte l’ingrato compito di descrivere trasformazioni, cambiamenti, trasformazioni, il fluire della penna di Daniela possiede come elemento caratterizzante “ là bonne lecture”.
Giungendo ad una perfezione dodecafonica.. un flusso intenso e contemporaneamente carezzevole, armonico, sinesteticamente avvolgente.
Essere Oriana, esser Dario, dar voce ai silenzi che molte volte urlano più dell’emissione in sé.
Sguardo, il non toccarsi, si manifesta in tutta la sua tangibilità un atto materico,che trascende il tempo e lo spazio.
A. Rimbaud definì il vivere ”ma bohème”
L’universo Daniela è quella bohème
Fatta di simboli, di unicità, di monadi , che attraverso la sola percezione degli occhi conducono il lettore in quell’altrove che molti hanno vissuto ma che tutti desidererebbero vivere.
Celestina Savoia
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