Le mani in tasca letto in Litweb:
Le mani in tasca: La storia siamo noi. Noi uomini per sopravvivere rimuoviamo tutto e pensiamo che solo il presente sia difficile mentre il passato ci appare migliore e pacificato. Quel periodo di cui si racconta era orribile. Lo leggiamo e lo viviamo dal di dentro, dal carcere.
L’autrice è riuscita a creare personaggi credibili e ha dato a noi lettori una vicinanza affettiva alle vicende. Alla fine mi sono trovata accanto ad Oriana, a Michele.
Le mani in tasca ci riporta al periodo precedente la bomba esplosa alla Stazione di Bologna, il boato dell’esplosione rimbomba nel libro deflagrando sui personaggi e unendo destini che mai avrebbero avuto occasione di incontrarsi ma incontrarsi servirà a far vivere ancora una volta nel ricordo storie personali.
“Le mani in tasca” come “La città sommersa” di Marta Barone, come “Padrenostro” il film presentato a Venezia dove il regista racconta nelle prime sequenze l’attentato a suo padre, ci riportano gli anni settanta, una idea di cosa furono quegli anni.
Un libro da leggere perché è la nostra storia
Ippolita Luzzo
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