Le mani in tasca. Ho aspettato alcuni giorni dopo la presentazione, per non lasciarmi influenzare. Sdraiato sul lettino in riva al mare ho cominciato il viaggio. Scrivo dopo una settimana, ho decantato le emozioni, mannaggia a te. Primo capitolo, pugno allo stomaco. Ho vissuto quel periodo, a prescindere le morti e le gambizzazioni, ero d’accordo. Immaginavo di percorrere la storia a ritroso, come mi capitò una volta che sentii una brigatista raccontarsi, o leggendo “L’infame” di Peci e “Il bosco bistorto” di Curcio. Ma così non è, la storia sta lì in sottofondo , come lo sfondo sul palcoscenico del teatro. Ho evidenziato parecchi periodi, con la matita, perché trovo molto interessante come hai reso l’anima, l’introspezione dei personaggi, i pensieri reconditi, le pulsioni. Mi hai ricordato il regista Inarrito che in alcuni suoi film è riuscito a raccontare tempi e storie diverse in momenti diversi del film. Trovo originale la scelta di caratterizzare individualmente i personaggi con singoli capitoli, narrare le storie insieme parallelamente. Un bel libro, prende. Ma forse la cosa più simpatica è il finale che non ti aspetti, “Caramba che sorpresa”, che ridà dignità ai personaggi a prescindere dalle scelte che possiamo “noi” giudicare. Un bel finale, forse meglio del pugno iniziale allo stomaco, con fazzoletto passato delicatamente sugli occhi umidi. Lo vedo bene per un adattamento teatrale. Ho immaginato le musiche…. Mi fermo qui, perché si potrebbero analizzare singoli passaggi, ma sarei prolisso. Brava e grazie per le emozioni.
GRAZIE MARCELLO!
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